Fede, dipendenza e indipendenza – Parashat Beshalach

 In Dall'Ufficio Rabbinico, Parashà della Settimana

di Rav Shmuel Rabinowitz, Rabbino del Kotel e luoghi sacri in Israele

tradotto da David Malamut

Durante i quaranta anni di peregrinaggio di Israele nel deserto, dall’uscita dall’Egitto e fino all’arrivo nella Terra d’Israele, la nazione ha sperimentato una benevolenza straordinaria e unica, come descritto nella Parashat Beshalach (Esodo 13, 21):

<<E il Signore andava innanzi a loro di giorno mediante una colonna di nube

per additar loro il cammino, e di notte con una colonna di fuoco per far loro

luce, in guisa che potessero viaggiare sì di giorno che di notte.>>

Davanti all’accampamento d’Israele, durante il giorno c’era una colonna di nuvola che li guidava sulla retta via, e di notte una colonna di fuoco li precedeva, illuminando la loro strada. I saggi aggiungono che nuvole di gloria circondavano l’accampamento d’Israele da tutti i lati, e la nuvola che li precedeva apriva anche la strada, come scritto nel Midrash Tanhuma relativo alla Parasha di Beshalach, nel capitolo 3: “abbassando montagne e innalzando valli, bruciando serpenti e scorpioni, sgombrando e spianando la strada davanti a loro”.

La colonna di nuvola che precedeva il popolo d’Israele serviva come prova che la Presenza Divina dimorava in mezzo a loro, proteggendoli, come affermò in seguito Mosè (Numeri 14, 14 – Parasha di “Shelach lechà”):

<<Narreranno [i miracoli operati in Egitto] agli abitanti di codesto paese [cioè ai Cananei], i quali hanno udito che tu, o Signore, sei in mezzo a questo popolo, poiché manifestamente fu veduto che tu, o Signore, la tua nube cioè, stavi sopra di loro, e con una colonna di nube tu andavi innanzi a loro durante il giorno, e con una colonna di fuoco durante la notte…>>

Il Talmud babilonese racconta una storia interessante che illustra il significato della nuvola che precedeva Israele nel deserto (Talmud Avodah Zarah 11a, trattasi di una traduzione libera):

<<Onkelos bar Kalonimus (autore della traduzione Onkelos della Torah, vissuto nel I secolo) fu un gentile romano convertitosi al giudaismo. L’imperatore romano gli mandò dietro un gruppo di soldati romani. Onkelos affascinò i soldati esponendo i versetti davanti a loro, e loro si convertirono.

L’Imperatore mandò dietro di sé un altro gruppo di soldati, ordinando loro di non intrattenere conversazioni con Onkelos in modo che ciò che era accaduto al primo gruppo di soldati non si ripetesse. Quando presero Onkelos e cominciarono a camminare, egli disse loro: “Ho una parabola per voi: un esattore delle tasse più giovane cammina con una torcia per illuminare il sentiero davanti a un esattore delle tasse più anziano, che, a sua volta, cammina davanti a un governatore, e il governatore cammina davanti al re. Il re stesso illumina la strada per gli altri? I soldati risposero: “No, il re non illumina la strada agli altri”. Onkelos disse loro: “A differenza del re, D-o tiene una torcia e illumina la strada davanti al popolo d’Israele, come è affermato: ‘E il Signore andò davanti a loro… per guidarli sulla strada.'” Questi ultimi soldati, sentito questo, si convertirono anche loro.>>

Onkelos, lui stesso un convertito, vide nelle colonne di nuvole e fuoco una manifestazione dell’onore conferito da D-o alla nazione di Israele. Tuttavia, sorge una domanda: perché allora, quando i figli d’Israele entrarono nella Terra d’Israele, la colonna di nuvola e la colonna di fuoco cessarono di andare davanti a loro? Non c’è più bisogno della Presenza Divina? Israele nel caso specifico, eppure sappiamo che non è così, non è più degno di onore e rispetto? I saggi del Midrash offrono un’interessante allegoria (mashal) in risposta a questa domanda:

Il Rabbi Levi disse: Questa può essere paragonata a una mamma chioccia. Quando i suoi pulcini sono piccoli, li copre con le ali e li riscalda, portandoli a cercare il cibo. Ma quando crescono e uno di loro desidera mettersi sotto le sue ali, lei gli dà un bacio sulla testa e dice “Vai a procurarti il cibo da solo” (Vayikra Rabbah 25):

<< Allo stesso modo, quando Israele era nel deserto, c’era una colonna di nuvola e una colonna di fuoco che li guidava. Una volta entrati nella Terra di Israele, D-o disse loro: “Ciascuno di voi dovrebbe prendere la propria zappa e piccone e piantare da sé e per sé. >

Il processo di maturazione e crescita richiede alla fine di stare indipendentemente sulle proprie gambe. I genitori che aiutano esageratamente il loro bambino a camminare ostacolano il suo sviluppo personale. Allo stesso modo, D-o, che ha protetto Israele nel deserto, ora chiede che si assumano la propria responsabilità.

Quando un adolescente si assume la responsabilità del proprio destino, scopre di esprimere le qualità ereditate dai genitori. L’indipendenza non è segno di distacco, ma è al contrario. Questo modo fa sì che una persona riesca mettere in pratica l’educazione ricevuta dai suoi genitori e insegnanti/educatori. Il processo di maturazione della nazione l’ha portata dalla completa dipendenza da un Dio protettivo alla fase successiva: camminare sul sentiero di Dio, in modo indipendente, alla luce dei valori e delle comprensioni che abbiamo imparato.

Questo è un messaggio sia nazionale che educativo. Proprio come Dio ha dato l’indipendenza alla nazione e si aspettava che il popolo di Israele seguisse i valori della Torah, così ai genitori viene chiesto di dare l’indipendenza al loro figlio adolescente dopo aver lasciato il segno e avergli aperto la strada su cui camminare. L’indipendenza non nega il loro ruolo educativo. Al contrario, lo rende più elevato e lo rafforza.

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