Una riflessione sulla Parashà e per la Giornata della Memoria

 In Dall'Ufficio Rabbinico, Parashà della Settimana

halom Chaverim,

Durante questo Shabbat leggiamo Parashat Beshalach.
L’ultimo versetto della Parasha dice: “È disse (Mosè) Il Signore pone la mano sul suo trono, Guerra ad Amalek di generazione in generazione”.
Oggi è il Giorno della Memoria, la ricorrenza internazionale designata dall’ONU nel 2005, il 27 gennaio 1945 giorno nel quale le truppe dell’Armata Rossa entrarono e liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. Oggi ci colleghiamo insieme al mondo intero nel comandamento di ricordare Amalek.

Questa mattina sono stato alla cerimonia ufficiale del comune di Verona. Il relatore nel suo intervento ha auspicato la fine della guerra in Israele. Tutti vogliamo la Pace ma chiedere un cessate il fuoco unilaterale è un errore che non rispetta il senso di questa giornata .
Purtroppo, molte persone nel mondo non imparano dalla Storia. Durante la seconda guerra mondiale Amalek quasi distrusse il mondo, Chamberlain aspirava a soluzioni pacifiche e nell’accordo di Monaco scelse addirittura di sacrificare la Repubblica Ceca sull’altare della “pace”. Baruch Hashem, ci mandò Winston Churchill, uomo maleducato e coraggioso sul quale aleggiava lo spirito di Hashem. Alla fine Amalek fu sconfitto. Il mondo e il popolo ebraico furono salvati.

Oggi affrontiamo un altro Amalek, che ci ha mostrato cosa sa fare il 7/10. Non sto dicendo che ogni cittadino palestinese sia un Amalek. E ogni persona innocente che muore è una cosa triste.
Amalek è un’idea che esiste nel mondo e passa di generazione in generazione in altre vesti come scrive la Torah. La guerra di Amalek è innanzitutto contro il popolo di Israele, il popolo al quale Hashem ha scelto di donare la Torah. Il popolo che ha instillato nel mondo la fede in un unico Dio e i dieci comandamenti. Mi dispiace se qualcuno vede le mie parole come fanatismo, ma la guerra qui è una guerra spirituale, non politica. Proprio come nella Seconda Guerra Mondiale (e a differenza della Prima Guerra Mondiale).

Continuare la guerra ed eliminare Hamas Amalek non è una decisione politica, è un imperativo morale per poter ottenere una Pace giusta e per la liberazione di tutti gli ostaggi. È per l’esistenza del popolo d’Israele e dello Stato d’Israele. È per la Pace in tutto il mondo. È Per i valori fondamentali dell’umanità. Porre fine alla guerra adesso unilaterlamente significa seguire la orme di Chamberlain ed in definitiva dare potere ad Amalek. Per loro il 7/10 è stata una grande vittoria. L’unica possibilità per la pace è l’eliminazione di Hamas e delle altre forze della Jihad. Questa guerra è una Mizvah.
E Dobbimo ricordare un altra cosa. Senza una intenzione pura, morale e spirituale, senza una connessione con l’infinito che ci dà la forza, non possiamo vincere.
Pertanto, secondo il Midrash, quando Mosè alzò le mani e il popolo d’Israele alzò gli occhi e il cuore al cielo, Israele vinse e quando egli abbassò le mani, vinse Amalek.
Hashem nella nostra Parasha ha diviso il Mar Rosso e ci ha dato la manna. E questo dopo le dieci piaghe che mandò sugli Egiziani. C’e un’espressione in Israele: “Abbiamo superato il Faraone, supereremo anche questo.”
Con o senza il sostegno del mondo. Hashem sta con noi.

Shabbat Shalom

Rav Tomer Corinaldi

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