Parashat Bo- commento di Rav Corinaldi

 In Dall'Ufficio Rabbinico, Parashà della Settimana

Shalom Chaverim,
La nostra Parasha settimanale è quella di Parashat Bo. “Bo”, dal verbo ebraico venire – Vieni. Ed è strano, era più logico usare la parola Lech – il verbo andare. Perché Hashem sceglie la parola venire? Il Rabbino chassidico Levi Ytzchak di Berdichev spiega che Hashem chiede a Mosè di avvicinarsi al Faraone, per provocare una inversione del suo cuore.

Questa parola non è una parola tecnica per camminare. C’è qui un’azione di ingresso nella casa e cuore del Faraone, che Hashem gli appesantisce e indurisce il cuore, per creare un’azione finale di inversione. Questa inversione ha un grande potere.

Nella Torah viene ripetutamente sottolineato che Hashem porta le dieci piaghe sugli egiziani affinché l’Egitto, il Faraone e l’intera terra conoscano il Suo potere, e anche per il bene di tutte le generazioni di Israele. Il passaggio dal male al bene, il passaggio dalla schiavitù alla libertà, è un evento con significato universale ed eterno. Dobbiamo venire, entrare nel male e creare lì una inversione.
Anche oggi osserviamo la realtà di una difficoltà che il popolo di Israele si trova ad affrontare, che in modo poco chiaro attira molti riferimenti e attenzione, ben al di là del suo significato numerico. E qui, come in Egitto, c’e un significato per il fatto che gli occhi di tutto il mondo sono puntati su ciò che accade in Israele.
Questo male tocca il mondo intero e noi abbiamo bisogno, fisicamente e spiritualmente, di entrarvi e creare una inversione.
Nella speranza e nella preghiera, affinché possiamo connetterci al significato che sta alla base di tutto, e attraverso tutta questa difficoltà aprire, è anche se un po’ i nostri occhi e gli occhi del mondo verso un mondo migliore.

Un mondo di speranza, di libertà, della pace e dello spirito di Hashem. Shabbat Shalom a tutti 🥂🌻

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