Comunità Ebraica di Roma ha un nuovo Presedente

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Manager con esperienza in vari settori, cinquant’anni ad agosto, Victor Fadlun è il nuovo presidente della Comunità ebraica di Roma. 

Così si è espresso il nuovo Consiglio comunitario formatosi in seguito alle elezioni dello scorso 18 giugno, vinte dalla lista “Dor va Dor” di cui era il candidato alla presidenza con il 37,87% dei voti (10 seggi), con a seguire la formazione “Per Israele” guidata da Antonella Di Castro (36,27% dei consensi, 10 seggi) e “Ha Bait” guidata da Daniele Regard (25,86% dei consensi, 7 seggi). Il neo presidente, che ha incassato la maggioranza dei voti dell’organo consiliare – una minoranza è andata alla leader di “Per Israele” – ha manifestato l’intenzione di lavorare per la costituzione di una Giunta unitaria.
“Sono un ebreo romano in tutto e per tutto: le mie radici, la mia storia personale, sono un motivo di arricchimento”, dice a Pagine Ebraiche. In queste ore, afferma Fadlun, “il pensiero va a mio padre Elie Mimmo z.l, che mi ha messo nella strada giusta per aiutare gli altri; a mia madre Ester, che mi ha incoraggiato a compiere questo passo; ai miei fratelli, che mi hanno garantito sostegno nel lavoro”. Fadlun dice di vivere questa sfida “come un servizio di kiddush haShem, perché alla Comunità ho soltanto da dare”. Tra le figure che Fadlun cita come esemplari nella sua vita anche i due nonni. Musci, quello materno, che dalla Libia riuscì a portare con sé due libri della Torah e il coltello che usava per la shechitah (“Torah e fatti, un insegnamento profondo”). E Huato Mohai (Vittorio), quello paterno, che in occasione del pogrom del ’48 riuscì a far fuggire molti ebrei libici in Israele. Facendo poi arrivare loro il ricavato delle proprietà vendute nel frattempo. In una intervista con Pagine Ebraiche alla vigilia del voto, Fadlun aveva tra l’altro affermato: “Candidarsi come presidente non è mai una decisione presa individualmente, ma piuttosto una scelta che si basa sulla condivisione di principi e prospettive all’interno di un gruppo. Il candidato presidente si impegna a tener conto delle diverse voci e degli obiettivi comuni che emergono: questo significa assumersi la responsabilità di rappresentare una pluralità di opinioni e interessi, lavorando per unire e guidare verso obiettivi condivisi”. Nel presentare gli obiettivi della sua lista, Fadlun aveva poi aggiunto: “Il nostro programma si caratterizza per una visione completa e integrata, mirando al benessere e allo sviluppo complessivo della nostra Comunità; poniamo particolare attenzione all’educazione e alla formazione dei nostri giovani, ritenendo che siano il futuro e il motore del nostro progresso; vogliamo creare un ambiente educativo stimolante, in cui ogni giovane possa crescere con fiducia e accedere a opportunità significative per realizzare il proprio potenziale”. Allo stesso tempo, proseguiva Fadlun, “riteniamo fondamentale promuovere la solidarietà e il sostegno reciproco tra tutti gli iscritti; ci impegniamo a sviluppare e potenziare i servizi di welfare, garantendo un adeguato supporto ai membri più vulnerabili, creando un tessuto sociale solido ed inclusivo, in cui nessuno venga lasciato indietro; abbiamo l’intenzione di stabilizzare e calmierare i prezzi della kasherut, lavorando in stretta collaborazione con le varie Ashgachot per garantire una maggiore trasparenza e accessibilità ai prodotti kasher, impegnandoci allo stesso modo anche nella formazione di mashghihim e shohatim d’élite italiani”. Altro tema di cui intende occuparsi “la valorizzazione del patrimonio, anche immobiliare, della nostra Comunità, per inciso senza pensare a vendite o altre operazioni straordinarie che ci sono state a torto attribuite: il nostro patrimonio, enorme, oggi non è sufficientemente valorizzato, è dormiente, ma noi abbiamo il know how per svegliarlo”.

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