Vivi e lascia vivere

 In Dall'Ufficio Rabbinico, Parashà della Settimana

di Rav Shmuel Rabinowitz, Rabbino del Kotel e luoghi sacri in Israele

tradotto e adattato da David Malamut

Nella Parashat Behar, alla fine del versetto in cui ci viene comandato il divieto di addebitare interessi, si legge:

<<Non devi prendere da lui interesse, o aumento, ma temerai del tuo Dio, e farai sì ch’il tuo fratello possa vivere appresso di te.>> (Levitico 25, 36)

Molte leggi e principi halachici sono racchiusi in questa frase, e uno di questi è: “E lascia che tuo fratello viva con te“. Non sei obbligato a garantire la vita di tuo fratello a spese della tua.

Lo Sforno (Rabbi Ovadia Sforno, rabbino, medico e uno dei leader della comunità ebraica di Roma e Bologna) apprese da questo che una persona senza mezzi finanziari non è tenuta a prestare denaro al suo amico povero. La mitzvah del prestito si applica solo a chi ha i mezzi. Una persona non dovrebbe agire in modo irresponsabile e mettere a repentaglio la propria vita per qualcuno che non ha risorse.

Il Talmud babilonese insegna:

Due persone stavano camminando per un viaggio e una di loro aveva una brocca d’acqua. Se entrambi bevono, moriranno entrambi. Se solo uno beve, raggiungerà la civiltà.

Ben Petura insegnò: È meglio che entrambi bevano e muoiano, piuttosto che uno assista alla morte del proprio amico.

Finché non arrivò Rabbi Akiva e insegnò: “E lascia che tuo fratello viva con te” – la tua vita ha la precedenza sulla vita del tuo prossimo.” (trattato di Bava Metzia 62a)

Quando il primo Rebbe di Gur, Rabbi Yitzchak Meir Alter (sovranominato “Chiddushei HaRi”m“, uno dei più grandi leader chassidici della Polonia del XIX secolo), studiò questo passo talmudico con i suoi studenti, pose una domanda stimolante:

Abbiamo ascoltato la sentenza di Rabbi Akiva nel caso in cui una persona abbia acqua sufficiente solo per sé. Ma qual è la legge se ha acqua sufficiente per sé e per un’altra persona, eppure è accompagnato da altre due? Dovrebbe dividere l’acqua tra i due amici – sapendo che farlo significherebbe la morte di entrambi – o darla a uno solo? E se sì, a chi?

In quella classe sedevano studenti brillanti e virtuosi, ma solo uno osò rispondere. Replicò spontaneamente:

Dovrebbe dare l’acqua allo studioso della Torah tra loro“.

Il Chiddushei HaRim, il grande leader di quella generazione, udì queste parole e si arrabbiò, un fatto raro che lasciò un forte segno nei suoi studenti. Chiuse i libri e concluse la lezione, esclamando: “Come si può dare una risposta del genere qui?

Ha spiegato:

Quando ero giovane e imparavo la Torah dal mio maestro, il ‘Santo Ebreo‘ di Przysucha (Rabbi Ya’akov Yitzhak Rabinowitz, una figura iconica nella storia chassidica nella Polonia del XVIII secolo), egli interpretava la formulazione del Talmud in modo meraviglioso. Il Talmud usa l’espressione ‘finché non arrivò Rabbi Akiva‘, invece del solito ‘Rabbi Akiva disse’. Perché? Perché nessuno poteva pronunciarsi su questa questione senza pregiudizi personali, fino a quando fu proprio Rabbi Akiva, a cui il Talmud (trattato di Berachot 61b) fa riferimento:

Quando portarono Rabbi Akiva fuori per essere giustiziato, era il momento di recitare lo Shemà. Mentre gli ‘pettinavano la carne con pettini di ferro’, accettò su di sé il giogo del Cielo (עול מלכות שמים).

I suoi studenti gli dissero: “Nostro maestro, anche fino a questo punto?”

Lui rispose: “Per tutta la vita sono stato turbato dal versetto ‘con tutta la tua anima‘, anche se Lui ti prende l’anima. Mi sono sempre chiesto: quando avrò la possibilità di metterlo in pratica?” Ora che ne ho la possibilità, non dovrei coglierla?”

Rabbi Akiva, che per tutta la vita desiderò donare la sua anima a Dio e lo fece con gioia quando giunse il momento, solo lui poteva pronunciarsi su questa questione senza pregiudizi. Lui, tra tutti, decretò con chiarezza e decisione:

La tua vita viene prima di tutto!” – “E lascia che tuo fratello viva con te“.

Ma se il governo ordinasse l’esecuzione di Moishaleh, lo scemo del villaggio – un vecchio deriso da tutti, o in alternativa giustiziasse me (il Santo Ebreo)… chi di voi deciderebbe che io meriti di vivere più di Moishaleh? Dio non voglia!

Chi su questa terra può sapere quale vita abbia più valore?

Non ci è mai stata concessa la possibilità di determinare quale vita abbia la precedenza.

L’unica regola halachica che sia mai stata data è che “la tua vita viene prima“, e nient’altro.

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