PAPA – Leone XIV e mondo ebraico: attese, speranze e molte incognite e gli auguri degli ebrei italiani

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Ricucire le fratture nel dialogo interreligioso e nelle relazioni con Israele, rilanciando l’impegno condiviso nella lotta all’antisemitismo. Sono questi i temi su cui il mondo ebraico guarda con particolare attenzione al nuovo papa, Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost, eletto l’8 maggio scorso al termine di un conclave durato appena due giorni.
Il nuovo pontefice, 69 anni, primo americano alla guida della Chiesa cattolica, non ha finora ricoperto ruoli di primo piano nel dialogo con l’ebraismo. Tuttavia, la sua formazione teologica a Chicago, città con una forte presenza ebraica, e il legame con John T. Pawlikowski, figura di riferimento nello sviluppo delle relazioni ebraico-cattoliche, lasciano intravedere possibilità concrete per un rilancio del confronto, come riportano i siti JTA e Jewish Insider.
«L’elezione di un papa americano è di buon auspicio per il futuro delle relazioni tra cattolici ed ebrei. È cresciuto e si è formato in un Paese dove il dialogo interreligioso è parte integrante della cultura religiosa e civile», ha dichiarato a Jewish Insider Noam Marans, rabbino e direttore degli Affari interreligiosi dell’American Jewish Committee (AJC).
Marans ha sottolineato come Prevost abbia studiato in un contesto impregnato dallo spirito del Concilio Vaticano II: «A Chicago, i progressi della Nostra Aetate erano già parte della formazione cattolica. Questo significa che il suo approccio all’ebraismo poggia su fondamenta consolidate».
E ha aggiunto: «Certo, nulla è scontato. Ma si tratta probabilmente della condizione di partenza più favorevole per rilanciare il dialogo in un momento così delicato».
Una visione condivisa anche da Ethan Schwartz, biblista alla Villanova University, che in un’intervista a JTA ha osservato: «Un papa cresciuto negli Stati Uniti è inevitabilmente segnato da una vicinanza culturale alla vita ebraica. È il primo pontefice espressione di una società dove gli ebrei fanno parte del paesaggio culturale quotidiano. Questo conta, e potrebbe emergere nel suo stile di leadership».
Gli osservatori fanno notare come la lunga esperienza di Prevost in Perù, dove ha trascorso vent’anni del suo ministero episcopale, non offra elementi per comprendere il suo rapporto con l’ebraismo, per l’assenza di una comunità ebraica strutturata.
Nel suo primo discorso da papa, Leone XIV ha richiamato valori universali: pace, dialogo e inclusione, invitando a «costruire ponti». Un segnale di apertura, seppur ancora generico, sottolinea la JTA, che lascia aperta la domanda su quale sarà il suo orientamento su temi cruciali come il rapporto con Israele e la lotta all’antisemitismo, proprio nell’anno del 60° anniversario della Nostra Aetate (1965).
Sul versante dei rapporti con Israele, qualcosa si muove. Come riporta Ynet, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si è congratulato tempestivamente con il nuovo pontefice, rompendo il clima di gelo che aveva accompagnato la fine del pontificato di Francesco, criticato per le sue posizioni giudicate sbilanciate contro Israele relativamente al conflitto con Hamas a Gaza. Prevost, sottolinea il sito israeliano, «non si è espresso su Israele, sugli ebrei o sul 7 ottobre», e resta quindi un’incognita. Ma proprio questo silenzio, osserva Haaretz, potrebbe rivelarsi una base neutra per ripartire.
Al messaggio di Netanyahu si è aggiunto quello del presidente israeliano Isaac Herzog, che ha espresso «i più calorosi auguri dalla Città Santa di Gerusalemme». Herzog ha detto di aspettarsi «un rafforzamento delle relazioni tra Israele e la Santa Sede e dell’amicizia tra ebrei e cristiani, sia in Terra Santa che nel resto del mondo». Il presidente israeliano ha poi auspicato di poter «assistere insieme al ritorno immediato e sicuro degli ostaggi ancora detenuti a Gaza, e a una nuova era di pace nella nostra regione e nel mondo».
Dall’Italia, il messaggio della presidente dell’UCEI, Noemi Di Segni, si inserisce in questa prospettiva di attesa: «Seguiamo da vicino la strada che traccerà nella lotta all’antisemitismo e nel proseguire l’impegno diplomatico con Israele». Sulla stessa linea, il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, ha espresso l’auspicio che Leone XIV sappia proseguire nel solco della collaborazione: «Confido nel suo impegno a mantenere e promuovere i rapporti di collaborazione, rispetto e amicizia tra le nostre comunità».
Il futuro del nuovo pontificato si giocherà sulla concretezza dei suoi gesti. Lo sottolinea Josh Stanton, rabbino e vicepresidente della Federazione ebraica del Nord America per le relazioni interreligiose, alla Jta: «Prevost è noto per il suo stile pacato e la sua efficacia silenziosa. Lo capiremo osservando cosa farà: riceverà leader ebrei in Vaticano? Commemorerà pubblicamente i 60 anni della Nostra Aetate? Si impegnerà in una diplomazia discreta anche in Medio Oriente?».
(Foto segreteria di stato della Santa Sede)
Il mondo ebraico italiano ha salutato l’elezione, la sera dell’8 maggio, del cardinale statunitense Robert Francis Prevost a pontefice romano con il nome di Leone XIV.

«Le Comunità ebraiche italiane inviano al Cardinale Robert Francis Prevost, Papa Leone XIV, le congratulazioni degli ebrei italiani per la nomina al soglio pontificio: un augurio sincero per questo giorno di letizia che nutre le speranze e apre i cuori di tutti i fedeli della Chiese cristiane», è il messaggio della presidente Ucei, Noemi Di Segni. «Per la prima volta c’è un papa dagli Stati Uniti, paese dove la presenza ebraica è la più numerosa al mondo. Le sfide storiche, le dure prove esistenziali e morali che ci troviamo a vivere in Europa e in Medioriente, dinanzi alle laceranti guerre e minacce, richiamano tutti, e in particolare i leader religiosi, ad altissime responsabilità verso ogni essere vivente, consapevoli dell’imperativo di agire con ogni sforzo di convivenza e ricerca della pace. Seguiremo da vicino la strada che traccerà nella lotta all’antisemitismo e a proseguire l’impegno per le relazioni diplomatiche con lo Stato di Israele. Forti del dialogo maturato dalla Chiesa Cattolica con le Comunità ebraiche in questi sessant’anni dalla emanazione della Nostra Aetate e consapevoli che una autentica amicizia si fonda su piccoli gesti quotidiani e su solenni momenti di confronto, ci uniamo al coro di auguri al percorso che si avvia con questo nuovo papato, esprimendo l’auspicio che sia portatore di rasserenamento universale e di pacificazione».

Il messaggio di rav Riccardo Di Segni, rabbino capo della Comunità ebraica di Roma, recita: «Formulo al nuovo papa Leone XIV appena eletto i migliori auguri di successo nell’impegnativa missione che gli è stata affidata per il bene dell’umanità. Confido nel suo impegno a mantenere e promuovere i rapporti di collaborazione, rispetto e amicizia tra le nostre comunità».

«Come Unione Giovani Ebrei d’Italia», scrive l’Ugei, «desideriamo rivolgere i nostri più sentiti auguri a Papa Leone XIV per l’inizio del suo pontificato. Facciamo nostre le parole del Rabbino Capo di Roma, Rav Riccardo Di Segni, ed esprimiamo fiducia nel suo impegno a promuovere rapporti di collaborazione, rispetto e amicizia tra le nostre comunità. Estendiamo i nostri auguri anche a tutte le realtà giovanili cattoliche con cui, da anni, condividiamo un percorso di dialogo interreligioso fondato sull’ascolto reciproco, sulla conoscenza e su un confronto autentico. Nel suo primo discorso, Papa Leone XIV ha affermato: “Costruiamo ponti con dialoghi”. Un messaggio che auspichiamo possa ispirare una nuova stagione di incontro e apertura, fondata sulla costruzione condivisa di relazioni autentiche e sul rifiuto di ogni forma di divisione», conclude l’Ugei.

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