Atto vergognoso all’ex campo di concentramento di Montorio (VR)
Ignoti vandali hanno imbrattato con scritte antisemite il cartello esplicativo posto all’ingresso dell’ex campo di concentramento di Montorio.
«Oggi a Verona c’è stato l’ennesimo vergognoso ed abominevole atto di antisemitismo. Presso il campo di concentramento di Montorio, sono stati deturpati i cartelli che raccontano il luogo da dove ebrei italiano venivano trattenuti e poi tradotti nei campi di sterminino». Lo denuncia Stefano Casali, consigliere regionale del Veneto di FdI. «Svastiche, Croci di Davide e scritte pro Gaza da dove Hamas ha fatto partire il massacro del 7 ottobre hanno rovinato i cartelli e offeso il luogo della memoria. Per rendere ancora più grave il vergognoso atto mancavano solo scritte che inneggiassero ai terroristi islamici di Hamas».
“Un atto vandalico preoccupante e offensivo che, affiancando le tragedie del nostro tempo a simboli recuperati dalle pagine più nere della nostra Storia, alimenta soltanto confusione e disinformazione”, afferma l’assessore alla Memoria storica Jacopo Buffolo-. Per questo, il Comune di Verona condanna fermamente l’imbrattamento di un sito che da anni rappresenta un presidio di memoria, formazione e impegno contro ogni forma di discriminazione, grazie all’impegno di associazioni come i figli della Shoah e Montorioveronese.it cui va la nostra solidarietà.
Questa mattina Roberto Israel dell’Associazione Figli della Shoah si è recato personalmente sul luogo per rimuovere le scritte dal cartello.
Il Campo di Concentramento di Montorio è inserito dall’amministrazione comunale di Verona tra i luoghi di commemorazione del “Giorno della Memoria”. Questo riconoscimento è frutto di un Patto di Sussidiarietà stipulato l’11 agosto 2022 tra il Comune e le associazioni montorioveronese.it ETS e Figli della Shoah, successivamente modificato il 26 luglio 2023. Questo luogo, infatti, è stato scenario di terribili vicende durante la Seconda Guerra Mondiale, contribuendo a custodire la memoria di un passato doloroso.
Un gruppo di oltre 60 cittadini ebrei rastrellati a Roma nel febbraio 1944, inclusi 8 bambini, furono trasferiti e detenuti a Verona in un edificio a Ponte Cittadella. La cattura avvenne durante una serie di retate nelle abitazioni e, in modo particolarmente drammatico, all’interno della basilica di San Paolo, in violazione della extraterritorialità garantita dai Patti Lateranensi. In seguito, i prigionieri furono trasferiti a Montorio nella DAT La Colombara, convinti di essere destinati a rimanere lì fino alla fine della guerra. Tuttavia, il 12 maggio, i prigionieri furono brutalmente costretti dai tedeschi a salire su un autobus diretto a Fossoli, e successivamente, il 16 maggio, furono caricati su un convoglio ferroviario diretto ad Auschwitz. Solo 11 persone del gruppo sopravvissero all’orrore del campo di sterminio.