Perché lavorare duramente? – Parashat Bechukota

 In Dall'Ufficio Rabbinico, Parashà della Settimana

di Rav Shmuel Rabinowitz, Rabbino del Kotel e luoghi sacri in Israele

tradotto ed adattato da David  Malamut

La parasha di questa settimana, la parasha di Bechukotai, si concentra principalmente sul patto tra il popolo di Israele e Dio. Questa alleanza può essere riassunta in una semplice frase: “Se fai il bene, ti succederanno cose buone; se non fai il bene, accadranno cose brutte”. Sebbene questo patto sia scritto alla fine del Libro del Levitico, la maggior parte dei commentatori ritengono che sia stato stabilito durante Ma’amad Har Sinai (ai piedi del Monte Sinai, quando gli israeliti ricevettero la Torah e i dieci comandamenti) descritta a metà del Libro dell’Esodo. La nostra parasha inizia con (Levitico 26, 3):<<Se seguirete i miei statuti, e i miei precetti osserverete, e gli eseguirete >>

Cosa significa “seguire i miei statuti”? Rashi nota che ciò non può significare l’osservanza dei comandamenti, poiché questo è affermato separatamente e successivamente, ” e i miei precetti osserverete, e gli eseguirete“. Rashi, basando la sua spiegazione sul Midrash dei Saggi “Torat Kohanim”, risponde a questa domanda con una nuova interpretazione:

<<Se seguirete i miei statuti –  dovreste faticare nella Torah.>>

Secondo questa interpretazione, seguire gli statuti di Dio significherebbe lo studio della Torah. Tuttavia, Rashi sottolinea che questo non si riferisce ad un apprendimento semplice e facile ma ad uno studio arduo che comporta fatica, un duro lavoro e impegno.

Quando una persona si impegna nello studio della Torah, nel senso che non si accontenta di una comprensione superficiale ma si sforza di comprendere profondamente le radici delle leggi e le fondamenta della fede e dell’etica, si può presumere che arriverà a conclusioni più accurate rispetto a qualcuno che si limita a leggere rapidamente i testi selezionati. Come in ogni campo, lo sforzo e l’impegno è una condizione per raggiungere la comprensione più accurata.

Tuttavia, nello studio della Torah, c’è uno scopo aggiuntivo oltre alla fatica stessa. Lo studio della Torah non deve essere appreso semplicemente come uno studio teorico. Ha lo scopo di influenzare la persona, il suo comportamento e i suoi valori, la sua visione del mondo e le sue relazioni interpersonali. La Torah (inteso lo studio della Torah) che si occupa prettamente di teologia, risulta essere distaccata dall’influenza pratica e pertanto non raggiunge il suo scopo.

Dopo discussioni approfondite, segue sempre un’istruzione pratica: come implementare nella vita quotidiana i profondi insegnamenti che abbiamo scoperto nello studio della Torah.

Per collegare la Torah alla vita di una persona, la persona stessa deve connettersi alla Torah, impegnarsi emotivamente con essa, sentirsi vicina alla Torah e quindi lasciarsi ad esserne influenzata.

Ad esempio, troviamo nel Talmud un insegnamento su un versetto del primo Salmo, un versetto che descrive il giusto (versetto 2, salmo 1): “Piuttosto, [ha riposto] il proprio interesse nella Torà dell’Eterno, e medita sulla Sua legge giorno e notte” – la parola “Nella Sua legge” fu interpretato da Rava, uno dei grandi saggi della Babilonia del IV secolo, nel modo seguente: “Nella sua legge – quella dello studente – medita giorno e notte” (Talmud Babilonese, trattato di Kiddushin, pag. 32).

Ciò significa che la connessione personale creata da uno studioso della Torah con la Torah stessa è diversa da qualsiasi altro materiale di studio. La qualità unica della Torah è che lo studente crea un forte legame con essa, trova costantemente nuove spiegazioni e interpretazioni, finché non sente che la Torah è “sua e propria”, che è partner nella creazione della Torah.

Il “lavoro” nella Torah è uno dei valori importanti del giudaismo e da esso si può imparare molto. Ad esempio, il Talmud racconta una storia su Rava, lo stesso saggio menzionato prima, che interpretò “nella sua legge”, e si racconta che Rava studiò la Torah con tale intensità che le sue dita che erano poste sotto i propri piedi, ed essendo così assorto nel suo studio, ha premuto le sue dita fino a farle sanguinare!

Tra pochi giorni festeggeremmo la festa di Shavuot – “il tempo del dono della nostra Torah”. Non esiste preparazione più appropriata per Shavuot dello studio profondo della Torah, uno studio che ci trasformerà in persone della Torah, e la stessa Torah nella nostra Torah – ma veramente nostra.

Post recenti