SHABBAT SHALOM VERONA – METZORAH

 In Parashà della Settimana

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Cari amici

in tutti gli argomenti trattati dalla Torà, anche se riguardano precetti legati ad azioni materiali, sono nascosti aspetti più profondi.

Nella nostra Parashà si tocca l’argomento della purità ed impurità, sia essa causata dalla Tzaraàt o dall’uomo Zav, colui che ha avuto delle fuoriuscite la cui impurità è considerata grave, come dimostra l’espressione della Torà : “L’oggetto di terracotta che toccherà il Zav – dovrà essere rotto, quello di legno – pulito nell’acqua”.

Dall’espressione della Torà si potrebbe dedurre che l’oggetto in ceramica deve essere rotto se viene toccato dal Zav in qualunque maniera; i nostri saggi invece spiegano che il tocco inteso dalla Torà è solo quello che avviene nella superficie interna dell’oggetto oppure quello che ne provoca lo spostamento, mentre colui che soltanto sfiora la superficie esterna senza muovere l’oggetto non ne causa l’impurità e di conseguenza l’oggetto non deve essere rotto.

La metafora della terracotta

Questa regola nasconde un insegnamento sul rapporto che c’è tra l’uomo ed il mondo che lo circonda. L’oggetto di terracotta è una metafora che simboleggia l’essere umano, poiché anche esso è stato creato dalla terra. Quando questo “utensile” viene a contatto con le impurità del mondo potrebbe causare una rottura definitiva della sua “anima”. La Torà ci dice però che il contatto esteriore non provoca nessuna impurità nell’essenza dell’ebreo, la cui anima rimane sempre integra nel suo legame con Hashem.

D-o ha creato l’uomo in maniera tale per cui la materia gli è vitale. L’uomo deve nutrirsi di materia e questa gli provoca piacere. Non gli viene richiesto di rompere questa materia cercando di staccarsene poiché l’uomo può servire D-o solo attraverso un corpo sano, e il corpo stesso deve diventare uno strumento per elevare e santificare tutto ciò con cui viene a contatto.

Siamo fatti così…

Non è quindi una colpa attribuibile all’uomo il fatto di vivere in un mondo materiale, ma l’uomo deve sapere in che modo utilizzare questa materialità affinché non diventi un ostacolo al servizio divino. Rivelando questa grande forza nascosta nella materia si contribuisce a completare lo scopo della creazione: trasformare il mondo materiale in una dimora per Hashem.

 

Un caloroso shabbat shalom !

Rav Labi

 

 

ORARI SHABBAT VERONA:

SHABBAT HAGADOL METZORAH

 

Entrata shabbat , accensione candele: 19.39

Uscita Shabbat: 20.46

 

Funzioni al Tempio :

 

Venerdì sera

Kabalat Shabbat e Arvit : 19.30

 

Shabbat mattina

Shacharit e Musaf : 10.00

 

 

MILIONI DI DONNE E RAGAZZE EBREE ACCENDONO LE CANDELE DI SHABBAT OGNI VENERDI’

PURE TU ACCENDI E AGGIUNGI LUCE IN 30 SECONDI!

 

Accensione candele venerdì sera vigilia Shabbat entro le 19.39

 

Barukh atah Ado-nai, Elo-heinu, melekh ha’olam asher kidishanu b’mitz’votav v’tzivanu l’had’lik ner shel Shabbat Kodesh.

 

Yehi ratzon milfanecha Ado-nai Elo-heinu Ve-lohei Avotenu sheyibane beit hamikdash bimhera beyameinu veten chelkenu betoratecha.

 

 

 

JEWISH VERONA NEWS:

TORAH CAFFE’

Questa domenica si terrà una interessantissima lezione sul significato di pessach alle ore 10.00 in sinagoga. Vi aspettiamo numerosi.

 

Vendita Chametz

Come uso e tradizione ogni persona è invitato a vendere il suo chametz tramite il Rabbino . Per più info contattare il Rabbino

 

SEDER DI PESACH in Comunità:

 

Venerdì 19 Aprile

Prenotazioni: comebraicavr@alice.it

 tel.: 0458007112

 

L’ufficio Rabbinico propone la possibilità di provvedere le tradizionali Matzot fatte a mano. Per acquistarle contattare il rabbino

 

 

 

 

 

Torà della settimana

Metzora in Breve

Levitico 14:1-15:33

 

Nella parashà della settimana scorsa si è parlato dei segni della tzara’at, una malattia spirituale che causa l’impurità rituale. Nella parashà di questa settimana si parla del processo di purificazione amministrato dal kohen, il sacerdote.

Una volta che la persona è guarita, viene purificata dal kohèn con un procedimento particolare in cui si ricorre a due uccelli, dell’acqua di una sorgente raccolta in un contenitore di terra cotta, un pezzo di legno di cedro, un filo scarlatto e un mazzo di isoppo.

Una persona diventa ritualmente impura tramite diverse fuoriuscite dal corpo, e dopo il ciclo od altre fuoriuscite di una donna. Tutto questo necessita di immersione in un mikvè.

 

Haftarah

II Re 7:3-20

La haftarà di questa settimana parla di quattro uomini che sono stati colpiti dalla tzaràat, lebbra, una malattia della pelle causata dai peccati e uno degli argomenti principali della parashà.

Quattro uomini colpiti da tzaràat si trovavano in quarantena, fuori dalla città. Era un periodo di carestia ed anche essi avevano fame. Decisero quindi di chiedere del cibo ai nemici (il Re Ben Hadad di Aram), accampati nella zona. Giunti all’accampamento lo trovarono vuoto, poiché D-o fece sentire il suono di carrozze e cavalli, i suoni di un grande esercito spaventando il nemico che scappò, lasciando tutte le provviste nell’accampento.

I quattro uomini tornarono alla loro città e descrissero ciò che trovarono ai guardiani, che a loro volta informarono il re Yehoram. Inizialmente egli credette che il nemico avesse organizzato un’imboscata, tuttavia il re inviò messaggeri all’accampento, essi confermarono l’accaduto e presero le provviste abbandonate dal nemico, combattendo così la gran fame del popolo.

Testi gentilmente concessi dai vari autori

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