A Trieste rinasce la libreria Umberto Saba
A Trieste ove son tristezze molte, e bellezze di cielo e di contrada, c’è un’erta che si chiama Via del Monte. Incomincia con una sinagoga».
Umberto Saba scrisse questi celebri versi in gioventù, tra il 1910 e il 1912. Alcuni anni dopo, non lontano dalla “sua” via del Monte, il poeta avrebbe rilevato da Giuseppe Mayländer l’antica Libreria Antica e Moderna. Futuro «antro oscuro» e suo rifugio fino alla morte, nel 1957.
Entro la fine dell’anno quella che ha poi preso il nome di Libreria Antiquaria Umberto Saba riaprirà al pubblico dopo un periodo di sospensione dell’attività in cui è stata oggetto di un meticoloso restauro sotto il coordinamento della Comunità ebraica triestina, proprietaria delle mura e promotrice di una raccolta fondi cui hanno aderito sponsor pubblici e privati. «È stato uno sforzo ampio e nel rispetto di tutte le regole e i vincoli legati a questa storica realtà. Imprese specializzate hanno ripristinato la situazione di partenza, ripulendo e ordinando le pareti, sostituendo il parquet, rimettendo ordine nei sistemi di sicurezza, elettrici, idraulici e di condizionamento. Tanti volontari hanno aiutato nelle opere di svuotamento, pulizia e riposizionamento dei libri e delle suppellettili», sottolinea il suo presidente Alessandro Salonichio a Pagine Ebraiche.
“Un momento gioioso”
La libreria antiquaria è la casa per circa 30mila libri, ma conserva tra i suoi scaffali anche oggetti e testimonianze di un tempo che fu. «È un luogo affascinante e da preservare», incalza Salonichio, che lunedì mattina ha riconsegnato le chiavi ai familiari di Mario Cerne, lo storico gestore scomparso in gennaio. Una situazione transitoria perché la famiglia avrebbe deciso di trasferire la gestione «e naturalmente la Comunità, come ente terzo, sarà vigile nel processo».
Alla cerimonia di riconsegna hanno partecipato istituzioni e cittadinanza. «È stato un momento gioioso e significativo. Ma anche un nuovo riconoscimento del ruolo da protagonista svolto da questa Comunità nel territorio», rileva Salonichio. «La risposta è stata importante non soltanto in questa iniziativa. Sentiamo in generale, tra i triestini, una certa empatia e vicinanza. Lo si è visto anche in occasione della commemorazione del primo anniversario del pogrom del 7 ottobre: c’erano centinaia di persone al nostro fianco, insieme al sindaco, a esponenti del governo e delle istituzioni locali. Un abbraccio che è motivo di conforto». Sul fronte dei nuovi progetti in fieri uno di “realtà virtuale” riguarda l’antico cimitero ebraico di via del Monte, poco sopra l’accesso agli uffici comunitari e alla scuola. Lo stesso Saba ne scrive in quella famosa poesia d’inizio Novecento, definendolo «così caro al mio pensiero, se vi penso i miei vecchi, dopo tanto penare e mercantare, là sepolti, simili tutti d’animo e di volti».
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